Prendi Il Volo Recensione

L’Illumination centra una delle sue commedie animate più divertenti con Prendi il volo, diretto peraltro dal regista di Ernest & Celestine, Benjamin Renner. La nostra recensione del film con le sicure voci italiane di Serena Rossi e Francesco Scianna.

Anatra protettiva, papà Mack non vuole migrare al sud, nel miraggio della Giamaica, nonostante sua moglie Pam lo sproni, anche per il bene dei loro figli Dax e Gwen, che prima o poi dovranno pure aprirsi alla vita. Mack capitolerà e, trascinandosi l’improbabile zio Dan, decollerà con loro per l’avventura… e di avventura vera si tratterà, tra aironi minacciosi e città affollate con chef nevrotici. Ma ne varrà la pena, inutile dirlo.

L’Illumination, per la sua tendenza all’intrattenimento puro, scevro da problematiche più sottili e magari inquietanti che la concorrenza da toccare, rischia a volte di essere sottovalutata: certo c’è poco da dire di fronte a un Minions 2 o a un Pets 2, dove la struttura episodica sfilacciata vive solo di gag slapstick, quasi privilegiando bambini e bambine che vedano i film sbocconcellati, magari in streaming e magari perché i genitori hanno piazzato davanti a loro uno smartphone. Chi però segue il team di Chris Meledandri da quando debuttò oltre dieci anni fa con Cattivissimo Me, sa bene che questa semplicità, quando si sposa con un racconto bene a fuoco e con una sua progressione, arriva a segno, anzi fa di quella semplicità la sua cifra vittoriosa: pensiamo al meritato successo dei due Sing, o anche all’apparente nonchalance con cui la squadra ha sostenuto lo sguardo Nintendo per portare al cinema Super Mario Bros. – Il Film.

Tutti tranquilli, adulti e piccini, perché fortunatamente Prendi il volo rientra nella categoria dell’Illumination “centrata“, fortemente memore di un certo cinema animato disneyano scacciapensieri degli anni Sessanta e Settanta: guardandolo, non siamo riusciti a non pensare agli Aristogatti, con quella galleria di personaggi, pericoli ed esperienze nella struttura di un road movie (parzialmente aereo, in questo caso). Il film è diretto dal Benjamin Renner del primo Ernest & Celestine, coautore del soggetto con l’unico sceneggiatore Mike White, sodale di Jack Black e dietro all’indimenticabile School of Rock. C’è insomma nel curriculum degli autori una certa esperienza in materia di commedia esistenziale e tenerezza, e il team funziona: Prendi il volo non schiera solo un cast pensato a tavolino per l’immedesimazione di una famiglia-tipo, ma la famiglia è proprio il suo tema. Parla degli errori di valutazione che si possono commettere e della necessità anche di saperli commettere, sia per garantire alla prole di diventare realmente adulta, sia – perché no – di recuperare da adulti una sana dimenzione infantile e liberatoria.

Più a fuoco di un Pets 2 ma anche della saga di Rio della fu-Blue Sky, con un’eco di Galline in fuga, tanto per rimanere in tema di pennuti, Prendi il volo è compatto nella sua durata di un’ora e venti, ma è soprattutto progettato con cura nel design dei personaggi e nella loro animazione, come sempre portata a termine in Francia dagli ex-studi McGuff. In una mitragliata di caratterizzazioni buffe o accattivanti, è un fattore fondamentale, così come fondamentali sono l’esaltato accompagnamento musicale di John Powell e il doppiaggio. A questo proposito, Prendi il volo rappresenta un esempio prezioso per le edizioni italiane di titoli animati di rilievo: se Serena Rossi nei panni di Pam, dopo l’esperienza accumulata nei Frozen, è una felice conferma, la sorpresa qui è Francesco Scianna. Il suo papà Mack non suona mai come un “personaggio doppiato da un talent“, ma la sua performance è per naturalezza degna dei professionisti del settore. Quando capita, è bello sottolinearlo.  

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