“Quello che mi stupisce è la totale invenzione di liti con i miei alleati di governo. Ho letto miei virgolettati in cui insulto Salvini che non solo non sono stati mai pronunciati, ma nemmeno pensati. Quando leggo pezzi di rassegna stampa con Matteo e con Antonio Tajani, restiamo basiti. Capisco che alcuni giornali vogliono mandarci a casa: legittimo, ci mancherebbe. Quello che non è accettabile ed è estraneo a qualunque deontologia è mettere tra virgolette cose mai dette né pensate”.
A sostenerlo è la premier Giorgia Meloni nel libro “Il rancore e la speranza” in uscita l’8 novembre per Mondadori-Rai Libri.
Niente Meloni nel bunker, dunque? Chiede Bruno Vespa. “Ma figuriamoci – risponde – per dimostrare quanto sia profondo il mio nervosismo, dicono: si confida con la sorella Arianna… Ha capito che grande notizia”. “Sa qual è la verità? – osserva Meloni – Sono degli inguaribili misogini. Tentano di accreditare la tesi che la testa di una donna non può reggere di fronte alla pressione. Come quei legislatori che, fino a qualche decennio fa, ritenevano che le donne non potessero fare il magistrato perché, quando hanno il ciclo, non ragionano bene”.
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