TORINO – A un passo dalla vetta, anche solo per una notte. La partita di Reggio Emilia con il Sassuolo potrebbe far riassaporare la testa della classifica alla Juventus, in attesa della risposta dell’Inter il giorno dopo: è dal 1 agosto 2020, dopo Juventus-Roma 1-3 con Sarri in panchina e lo scudetto in tasca, che non si respira l’aria rarefatta della cima della graduatoria. Un traguardo più simbolico che pratico, visto che la stagione è ancora lunga e tortuosa, anche se sgravata dagli impegni europei. Tutto splendido, potrebbero sostenere in molti, ma non Allegri, un maestro nel gestire le emozioni del gruppo e dell’ambiente. Alla vigilia della sfida dalle mille implicazioni con il Sassuolo, con ex e possibili ex in entrambi gli schieramenti, l’obiettivo è tenere i piedi per terra.
L’importanza della stagione per il futuro della Juventus
Vincere vorrebbe dire primo posto momentaneo, un successo per molti, una trappola secondo Allegri: “Bisogna drizzare le antenne, c’è troppa euforia, da una parte è bello ma dall’altra ci toglie energia e attenzione”. La strada è ancora lunga e dopo solo cinque giornate sarebbe un azzardo parlare di rinascita, di scudetto, di obiettivi: le sensazioni sono positive, la squadra gioca con uno spirito ritrovato e con un entusiasmo che si stenta a ricordare a questi livelli e l’avversario, il Sassuolo, non sta vivendo un momento positivo, quartultima con solo tre punti. Eppure la prudenza del tecnico livornese, che conosce bene il Sassuolo così come il suo collaboratore tecnico Magnanelli, è la regola alla vigilia della trasferta di Reggio Emilia: “Abbiamo vinto una volta per 3-0 con tripletta di Dybala, ma sono sempre state partite combattute. Arrivano da una partita persa a Frosinone in rimonta, ci sarà un ambiente tosto in cerca di rivalsa: servirà una partita di grande attenzione, fisicità e tecnica. Il risultato sarà molto importante”.
Il significato del primo posto
Conquistare il primo posto non sarà un risultato fondamentale ma un passaggio necessario nella stagione della Juventus. Non tanto per poter guardare gli altri dall’alto in basso, è la sintesi, ma per aver compiuto un altro passo verso l’obiettivo stagionale, entrare nelle prime quattro e staccare il pass per la Champions. Ecco perché non deve essere un obiettivo ma uno stimolo per la squadra: “Dobbiamo desiderare di entrare nelle prime quattro, di vincere la partita di domani. Le cose vanno desiderate e quando lo fai valgono di più, danno stimoli. Con il Sassuolo potremmo prendere tre punti o un punto che ci avvicina alla quota Champions: facciamo un passo alla volta. I campionati non si vincono in una giornata, ci vuole pazienza, mancano 34 partite”. Anche se molti hanno notato i cambiamenti in campo, il lavoro di Allegri è più ampio e coinvolge naturalmente anche l’aspetto mentale ed emotivo: la maglia della Juventus pesa e gli errori, “che ci saranno come sempre in una stagione”, non devono condizionare l’umore e lo spirito della squadra: “La forza di una squadra, di una società, è quella di avere equilibrio. I risultati si ottengono con l’equilibrio e dove regna è tutto più facile. Un risultato non ci deve condizionare l’umore”. Anche se vincere resta la priorità.

Chiesa e Vlahovic in ripresa
Durante la visita di Spalletti (“ha fatto molto piacere, siamo a disposizione”), Chiesa e Vlahovic hanno svolto lavoro differenziato: il primo per preservare il flessore che lo ha costretto a rientrare dal ritiro con l’Italia, il secondo per qualche dolorino alla schiena. Niente di preoccupante, anche se con la partita con il Lecce in programma tre giorni dopo, qualche cambio potrebbe esserci. Non ci sarà invece Alex Sandro, out per più di un mese, e al suo posto è stato integrato stabilmente in prima squadra l’olandese Hujisen, un altro giovane promosso tra i grandi. Un segnale del cambiamento ma anche una spiegazione del nuovo modo di approcciare le partite, di pressare e mettere intensità: “Abbiamo perso in esperienza ma acquistato in entusiasmo, dinamismo da parte di tutti i giocatori. Bisogna correre più degli altri, molto forte, cercare risultati per far si che la squadra cresca in autostima per consolidarci nelle prime quattro posizioni. Ecco perché questa euforia bisogna tenerlo a bada, altrimenti ci facciamo del male”. Tra i pericoli di domani il principale è Berardi, in estate a un passo dai bianconeri: “Alla fine abbiamo deciso di rimanere con questo gruppo di giocatori e di lavorare. Speriamo che non ripeta le prestazioni che fa solitamente contro la Juventus”.