Julio Iglesias, gli 80 anni dell’artista latino di maggiore successo di tutti i tempi

“Non vado a un appuntamento senza un fiore, ma non confondo il sesso con l’amore” cantava, disegnandosi come un pirata ed un signore, professionista nell’amore. Nell’amore chissà, nella seduzione un professionista lo è stato davvero Julio Iglesias, fascino indiscusso, bell’aspetto e voce suadente che fecero capitolare milioni di donne in tutto il mondo. Compie oggi ottant’anni il cantante sentimental-confidenziale, artista per caso – anzi per sfortuna poiché lo diventò a seguito di un brutto incidente, un successo planetario per una ventina d’anni, tra i Settanta e i Novanta, uno degli artisti latini di maggior successo della storia con circa 350 milioni di copie vendute.

Poco meno di due anni fa Iglesias, nato Julio José Iglesias de la Cueva a Madrid nel ‘43, aveva smentito via social le voci allarmanti su un peggioramento delle sue condizioni di salute senza tuttavia riuscire a metterle a tacere del tutto, c’è chi dice che non riesca nemmeno a ricordare le sue canzoni. Di certo era destinato a scontare a lungo, forse a vita, le conseguenze del terribile incidente d’auto in cui fu coinvolto a vent’anni che lo costrinse non solo ad abbandonare una promettente carriera di portiere di calcio ma anche a sottoporsi a una lunga quanto durissima riabilitazione motoria per scongiurare il pericolo di non poter più camminare.

Proprio in quei giorni lunghissimi iniziò a scrivere i testi delle canzoni, mettendo i primi semi di una carriera eccezionale che lo ha reso famoso in tutto il mondo assicurandogli un posto d’onore tra i Paperoni dello showbusiness – non per niente il suo nome fa parte della lista degli intestatari di società offshore pubblicata dai Panama papers.

Lasciato il calcio, ha studiato inglese a Cambridge primo passo di un’organizzazione scientifica della carriera: ha inciso in tedesco, inglese, francese, italiano, portoghese, spagnolo, giapponese e perfino in tagalog, che è un idioma parlato nelle Filippine. E in italiano, poiché con il nostro Paese ha sempre avuto un legame speciale: diversi gli album pubblicati, a cominciare da Sono un pirata, sono un signore, dove ci sono Pensami e Abbracciami ma il suo più grande successo nel nostro Paese rimane Se mi lasci non vale scritta da Luciano Rossi e Gianni Belfiore.

2014 Getty Images

2014 Getty Images 

Julio Iglesias è stato uno degli uomini più desiderati, un paradigma della bellezza latina al maschile: aveva il fascino dei playboy storici alla Gigi Rizzi o Gianfranco Piacentini, sempre abbronzato quando le lampade solari non esistevano e l’abbronzatura 12 mesi all’anno se la potevano permettere in pochi, solo quelli del jet set (come si diceva all’epoca), vestito in giacca e cravatta in modo studiatamente classico ma con quell’eleganza un po’ vistosa, denti bianchissimi, sorriso impeccabile.

Il suo è un repertorio super melodico, immerso in sonorità e arrangiamenti retró, sempre a pochi passi dal kitsch, che fanno da cornice ai testi che raccontano sofferenze d’amore, la vita intesa come un melodramma. Proprio per questo, e a dimostrazione del suo clamoroso successo, è stato anche un cantante molto imitato. Che ha cercato per quanto possibile di mantenere inalterato il proprio aspetto: ma il primo ritocco estetico non andò benissimo, compromettendo l’espressione della parte destra del viso e quando doveva apparire in tv le indicazioni che forniva per le inquadrature erano quasi più lunghe e precise del copione.

Ora è un nonno, padre di Enrique, super divo del pop internazionale, col quale ha avuto un rapporto burrascoso: i due si sono riconciliati pochi anni fa dopo decenni di silenzio reciproco, proprio grazie ai nipotini. E ora che il divo Julio compie 80 anni non c’è che da augurargli che i rumours sulla sua salute siano solo voci.

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